LUOGHI DA VISITARE

Ci troviamo a Sante Marie, caratteristico borgo montano circondato dagli splendidi rilievi della catena dei monti carseolani. Adagiato su un meraviglioso colle (850 m. s.l.m.) al confine tra Lazio e Abruzzo, è immerso in un paesaggio incantato, aspro e selvaggio: il monte Bove(1340 m. s.l.m.), il monte Sant’Angelo(1100 m. s.l.m.) e il monte Faito(1485 m. s.l.m.) lo avvolgono, colorati da foltissimi castagneti e faggeti secolari; dalle sue sei frazioni, tutte fiorite dagli 800 m ai 1000 m s.l.m., ogni sguardo regala panorami di rara bellezza. Il territorio di Sante Marie, caratterizzato da una notevole presenza idrica sotterranea, comprende la stupenda Riserva Regionale Grotte di Luppa, con il suo inghiottitoio di grande interesse speleologico.

I castagneti, col loro tangibile fascino, rappresentano una delle punte di diamante della zona e, da sempre, ne hanno rappresentato un bene prezioso per l’economia e la cultura locale (Sante Marie fa parte dell’Associazione Nazionale Città del Castagno). Altra perla è sicuramente l’acqua oligominerale della Fonte della Rocca, che sgorga, tra dirupi, boschi e rocce, a 1100 metri d’altitudine.

Il territorio comunale è denso di tracce della lunga storia dal quale è stato attraversato; non si farà fatica a coglierle: gli antichi portali, le graziose chiese, le costellazioni di ruderi e palazzi. Incredibilmente affascinante è l’area archeologica Colle Nerino, nella quale è tornata alla luce una struttura funeraria d’epoca romana (tra Santo Stefano e Scanzano).

Il borgo montano, dalla classica conformazione ad oppidum medievale, si trovava sulla linea di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli: è stato, per questo, terra di passaggio di eserciti e briganti.

Museo dei Brigantaggio e dell’Unità d’Italia

A Palazzo Colelli si trova il Museo del Brigantaggio, ispirato alla storia del generale catalano Josè Borjes, catturato proprio alle porte del paese l’8 dicembre 1861. Da Sante Marie si può intraprendere il Cammino dei briganti, che ripercorre i passi dei briganti tra i monti a cavallo del Lazio e dell’Abruzzo: un meraviglioso percorso di trekking ad anello nel quale la natura incontaminata si sposa con la bellezza dei piccoli borghi dalla genuina accoglienza.

La denominazione del grazioso borgo, che originariamente identificava un tempio dedicato alla Vergine posto su di un luogo elevato, deriva dal latino altum (castrum) Sanctae Mariae. Nel Catalogo dei Baroni (XII sec.), la più antica testimonianza dell’esistenza del paese, questo viene chiamato Alto Sante Marie; in seguito viene anche citato nella Bolla Papale di Clemente III (1188), con l’indicazione delle sette chiese presenti sul suo territorio.

Dalle origini antichissime, condivide la sua storia con quella della vicina Alba Fucens: quest’ultima, infatti, ancor prima di essere occupata dai romani (303 a.C.), fu ripetutamente contesa tra gli Equi e i Marsi; una delle sue contrafforti verso Roma era proprio nel territorio di Sante Marie, a testimoniarlo le tracce di mura e muraglioni a secco, simboli dei borghi fortificati di antica fattura (Castelvecchio e Scanzano). Nel Medioevo faceva parte del feudo di Tagliacozzo, dapprima sotto il controllo dei Conti dei Marsi, poi dei De Pontibus, in seguito degli Orsini e dei Colonna. Nel periodo postunitario, fu il luogo dove venne catturato e ucciso il brigante catalano José Borjes. Messo a dura prova dal disastroso terremoto del gennaio 1915, il paese fu tristemente bombardato dagli aerei americani (20 gennaio 1944) durante la Seconda Guerra Mondiale nell’erroneo tentativo di colpire il comando tedesco stanziato nella villa dell’avvocato Mari, a pochi passi dalla ferrovia Roma-Pescara.

Chiesa Santa Maria delle Grazie a Sante Marie

Nel centro storico del borgo montano fortificato si trova la chiesa quattrocentesca di Santa Maria delle Grazie; fortemente modificata durante il Barocco, conserva il portale e il campanile originari. Costruita dai resti della chiesa di Santa Maria in Luppa (inizialmente collocata nel piccolo paese di Uppa), presenta graziosi dipinti di santi dell’ungherese Carlo Frjes sulle navate. Da segnalare è, inoltre, l’altare dedicato alla Madonna del Rosario di epoca barocca e scuola romana.

Chiesa di Santo Stefano Protomartire a Santo Stefano

Nella piazza del paese di Santo Stefano si trova la chiesa di Santo Stefano Protomartire, citata nella Bolla papale di Clemente III. Inizialmente legata ad un cenobio benedettino, fu ristrutturata per la prima volta nel XVI secolo, in seguito nel 1903; a navata unica, si contraddistingue per il meraviglioso altare classico, impreziosito dalla tela (1800) del pittore di Tagliacozzo Guadagnoli raffigurante la lapidazione di Santo Stefano.

Portale della Chiesa dei Santi Cipriano e Giustina a Scanzano

La chiesa dei Santi Cipriano e Giustina (Scanzano) è stata simbolicamente costruita, in seguito al terremoto del 1915, dal matrimonio tra i resti di antiche chiese crollate o in disuso. Basti notare il portale centrale con la statuina di San Cipriano all’interno del timpano, porta d’ingresso dell’antica abazia dedicata ai santi Cipriano e Giustina (o chiesa dei morti), risalente al 1188. Molto belli sono tutti e tre i portali in pietra, di epoca rinascimentale, che disegnano l’aspetto interno delle tre navate. Completamente affrescata, presenta sul soffitto la raffigurazione dell’Apoteosi di Sant’Atanasio di Antonio Pizzarri (1942). Molto interessante è, come anticipato, vivere l’esperienza delle tracce del tempo e della storia lasciate sul territorio. Imperdibile è la vista dei ruderi del borgo cintato di Scanzano, nucleo medievale originario del paese; si conservano tratti delle mura, molte delle quali poggiate sulla ripida roccia naturale, e la bella torre quadrangolare.

Tommaso da Celano  1256/1260
padre spirituale del monastero delle Clarisse a Valdevarri

Altri ruderi di pregio sono quelli del Monastero delle Clarisse (Valdevarri) che ospitò, fino al Cinquecento, le spoglie del Beato Tommaso da Celano, padre spirituale delle suore (ora nella chiesa di San Francesco a Tagliacozzo).

A Santo Stefano, adiacente alla piazza centrale, si trova il Palazzo Paoluzi Tomei (XVIII-XIX secolo), uno dei più fastosi palazzi di tutto il capoluogo; per la sua costruzione fu impiegata quasi tutta la popolazione locale. È caratterizzato da un meraviglioso portale in pietra, che immette nel cortile interno, e dalla particolare scalinata che si innalza a spirale all’interno del palazzo. I racconti popolari la descrivono percorsa, fino al salone principale, addirittura in sella ad un cavallo.

Nell’aia della Masseria Mastroddi, all’interno del cancello di ingresso dei Casali di Luppa, si trova un

Cippo commemorativo al generale Josè Borjes nella valle di Luppa

cippo commemorativo nel luogo dove avvenne la cattura del generale catalano José Borjes e dei suoi 11 uomini da parte della guardia nazionale santemariana e dei soldati piemontesi (1861). Accanto al cippo sventola la bandiera di un’organizzazione neo-borbonica. José Borjes era un generale catalano mandato in Italia subito dopo l’unificazione, da re Francesco II di Borbone, con l’obiettivo di, sfruttando il dilagante fenomeno del brigantaggio, riconquistare i territori del Regno delle Due Sicilie. Alleatosi con il brigante lucano Carmine Crocco, fu ucciso proprio mentre tentava di comunicare al re la rottura di tale accordo, inseguito dalle forze piemontesi.

Imperdibile è il piccolo Museo del Brigantaggio e dell’Unità d’Italia, presso Palazzo Colelli. Il museo, davvero ben fatto, racconta la storia del brigantaggio nel sud Italia; particolare attenzione viene data alla Marsica che, a causa della sua caratteristica posizione montana e di confine, fu una delle principali scenografie protagoniste del fenomeno. Nelle sue stanze sono esposti documenti, fotografie e cimeli dell’epoca, come gli abiti, gli armamenti e le monete.

Nello stesso palazzo si trova anche l’interessante Museo multimediale di Astrofisica(Mu.M.A.); inaugurato nel 2011, è una finestra aperta sulle stelle, i pianeti e le galassie.

(per le informazioni sugli orari di apertura e le prenotazioni di entrambi i musei contattare LA RISERVA GROTTE DI LUPPA riservagrottediluppa@gmail.com cell. 333 8601069).

Oltre il già citato Sito Archeologico di Colle Nerino, raggiungibile grazie ad uno splendido percorso naturalistico immerso in una rigogliosa vegetazione, merita uno sguardo l’Altare Madonna del Carmine, i cui resti facevano parte della vecchia abazia dei Santi Cipriano e Giustina (o chiesa dei Morti, presso Scanzano). Poggiato, oggi, sul muro di confine di una casa privata, probabile sede, in passato, di un antico ricovero per pellegrini e viandanti, presenta un bell’arco in pietra con ancora visibile l’incisione della famiglia beneficiaria.

Il territorio di Sante Marie, abbracciato completamente dai rilievi dell’Appennino centrale, non può che essere meta ideale per gli escursionisti a piedi e a cavallo. Ricchissima e di vari livelli di difficoltà è la rete sentieristica che traccia la zona. Oltre i Sentieri della Riserva Naturale delle Grotte di Luppa (approfonditi nella sezione grotta), sono sicuramente da segnalare due meravigliosi percorsi che attraversano il caratteristico paesaggio naturale del borgo montano: Il Cammino dei Briganti e il Sentiero di Corradino.

Il primo è un percorso ad anello di 100 km (percorribile in 7 giorni) esteso sulle medie quote, al confine tra Lazio e Abruzzo; attraversando paesini medievali (Sante Marie, Santo Stefano, Villerose, Magliano dei Marsi, Scurcola Marsicana e Tagliacozzo) e natura incontaminata, regala emozioni davvero preziose. Presso gli uffici comunali della Riserva delle Grotte di Luppa è possibile richiedere il Salvacondotto del Brigante, che permette, a fine percorso, di ottenere l’attestato del Cammino intrapreso. Il secondo è un sentiero che passa tra i verdi boschi che circondano il paese e ripercorre le tappe che Corradino di Svevia affrontò per raggiungere il luogo dove si scontrò con Carlo I d’Angiò (Battaglia di Tagliacozzo, presso i piani Palatini-23 agosto 1268).